Onlife e corpi duplici: intervista a Digennaro nell’ambito delle ricerche di ASAP project

30/05/2023 | Italy, News | 0 commenti

Intervista e podcast su Le Nius.it

Nella fase di preadolescenza l’utilizzo dei social media svolge un ruolo sempre più incisivo, soprattutto per una generazione che conduce una vita onlife, in cui reale e virtuale si fondono. Un’esistenza in cui l’immagine di sé è fortemente influenzata dagli strumenti digitali, da quella immagine che possiamo “duplicare” online e in qualche modo modificare grazie proprio all’uso di questi strumenti.

Durante le ricerche svolte nella prima fare del progetto ASAP, ricerche che miravano a stabilire lo stato di fatto e i risultati degli studi sui preadolescenti e l’uso dei social media nei cinque Paesi partner, per l’Italia abbiamo incontrato l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale e il gruppo di studio di Simone Digennaro.

Il tuo team è uno dei pochi in Italia che si è concentrato negli ultimi anni proprio sullo studio di questa fascia di età 11-13 anni, e dell’uso che fanno dei social media.

Elaborazione di G. classe IIE, Istituto Scolastico Bresso: disegna te stess* in relazione ai social media.

L’associazione Le Nius, partner del progetto, lo ha intervistato. Potete leggere e ascoltare la sua intervista completa qui in seguito.

ONLIFE: COME I GIOVANI SI COSTRUISCONO UN’IDENTITÀ (DUPLICE) TRA REALE E VIRTUALE

Analizzare e comprendere come le persone più giovani fruiscono e creano i contenuti virtuali, quindi, è fondamentale per restare in contatto con loro, senza rinunciare al proprio ruolo educativo. Un simile sforzo, inoltre, è imprescindibile per pensare le politiche pubbliche e le strategie educative da mettere in campo nelle scuole, sul territorio e… in rete.

Di questo abbiamo parlato con Simone Digennaro,

“Il primo elemento chiave che emerge” racconta Digennaro “è che, nonostante tutte le limitazioni di età che esistono in Italia, oltre l’80% dei ragazzi e delle ragazze dichiara di utilizzare i social media (Facebook, Instagram o altri), mentre la percentuale sale a più del 95% se includiamo anche le app di messaggistica istantanea come Whatsapp e Telegram.

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